Le prime righe del tuo libro sono le più importanti perché determinano l’impatto emozionale e la curiosità del lettore, per questo è di fondamentale importanza scrivere un buon incipit.

L’incipit è la parte iniziale di un libro. Deriva dalla terza persona singolare del verbo latino incipĕre e letteralmente significa “incomincia”.
L’incipit è come la porta d’ingresso di un bel ristorante: è il primo contatto del lettore con la tua storia, e deve essere abbastanza invitante da farlo entrare. Un incipit efficace, però, non si limita solo a catturare l’attenzione, ma pone le basi per l’intera narrazione, offrendo un assaggio sul tono (che deve essere adeguato al genere letterario), il tema e il mondo in cui stiamo entrando.
Sono sufficienti anche poche righe, ma ricordati che quelle parole hanno una responsabilità enorme; è lì che il lettore decide se fidarsi di te e continuare a leggere.
Patto di sospensione
Quando il lettore legge la prima pagina di un libro, stringe con lo scrittore un patto di fiducia che quest'ultimo non deve assolutamente tradire. Se ciò avviene, la missione del libro è fallita. Questo significa che qualcosa è andato storto nella sua progettazione, nella stesura e nella fase di editing.
Il lettore si fida di noi.
Se nella prima pagina racconto di un viaggiatore che medita in un ashram in India, non potrò continuare la narrazione raccontando la storia, seppur bellissima, di un chirurgo che dalla prima all’ultima pagina opera all’interno dell’ospedale. E l'India? Per quanto interessante e avvincente possa essere una storia ambientata in corsia, non corrisponde alla promessa fatta. Il lettore si aspetta qualcosa di diverso: una storia di viaggi, forse di crescita interiore, e sarà curioso di scoprire come e perché il personaggio è arrivato in India. Vorrà vivere anche lui l’India e i suoi insegnamenti! Vorrà che tu mantenga la promessa fatta. Il tema della coerenza interna è qualcosa di imprescindibile.
Ma come scrivere un incipit che resti impresso nella mente del lettore?
L’incipit deve catturare l’attenzione fin dalle prime righe.
Non è solo parole, ma sensazioni: quindi crea un’atmosfera che coinvolga subito il lettore.
Nel caso di biografie e romanzi può essere, per esempio, un evento sorprendente o inaspettato, come un dramma, un incidente o una morte, oppure un successo personale che, però, lascia intravedere sfide imminenti, qualcosa che tenga il lettore con il fiato sospeso; oppure, nel caso di un saggio, può essere porre l'attenzione su grandi questioni universali e su domande che invitino il lettore a riflettere e voler approfondire un dato argomento.
Scegli con attenzione cosa non raccontare
L’abilità di un bravo autore sta nello scegliere le parole giuste e decidere cosa raccontare subito ma, soprattutto, cosa non raccontare. Non si tratta di creare buchi di trama, ma di omettere gli elementi giusti per suscitare interesse.
Lasciare involontariamente buchi di trama lungo la narrazione o commettere errori grossolani (una gravidanza durata tre mesi, o tre anni!) rappresentano errori gravissimi che il lettore non ci perdonerà mai.
Un buon incipit introduce un elemento centrale della storia
Non cercare di spiegare tutto subito: non è necessario raccontare al lettore ogni dettaglio del mondo o del passato del protagonista. Offri solo ciò che serve per spingerlo a proseguire, senza essere dispersivo. L’incipit deve incuriosire, non confondere.
Per farlo, puoi concentrarti sul protagonista sul conflitto centrale che guiderà la trama:
- personaggio: descrivilo in modo unico, rivelando un dettaglio interessante della sua personalità o della situazione che vive. Non è importante sapere se aveva i capelli corvini o gli occhi del color del mare. Conta il suo stato d’animo con cui il lettore può empatizzare;
- conflitto: accenna a una tensione riguardante il conflitto centrale attorno cui si svilupperà la narrazione.
Tre tipologie di incipit:
- incipit in medias res: letteralmente “nel mezzo dell’azione”, è una tecnica in cui la narrazione inizia con un’azione che era già in corso, senza fornire spiegazioni su cosa è successo prima, presentazioni di personaggi e ambientazione. Il lettore è subito immerso in un evento cruciale. Un esempio di incipit in medias res è La Metamorfosi di Franz Kafka, dove Gregor si sveglia già trasformato in scarafaggio: “Gregor Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati…”
- incipit descrittivo: la narrazione inizia con una descrizione di una scena, un personaggio o un luogo. Fai però attenzione che non diventi una descrizione fine a sé stessa; ogni dettaglio deve avere un intento preciso. Un esempio di incipit descrittivo è sicuramente quello de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, dove il lettore visualizza subito l’ambiente dove si svolgerà parte della vicenda e percepisce il tono e l’atmosfera che avrà la narrazione: “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…”
- incipit narrativo: la narrazione parte dall'inizio della storia che si svilupperà nei capitoli successivi. Un esempio di incipit narrativo è Il Signore degli anelli di Tolkien: “Quando il signor Bilbo di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centunesimo compleanno…”
Riscrivi l’incipit a fine stesura
L’incipit è spesso la parte più riscritta di un libro. Scrivere un incipit efficace richiede tempo, creatività e grande capacità di mettersi nei panni del lettore. Il primo tentativo non sarà quasi mai quello definitivo, quindi non temere di riscriverlo più e più volte. Se non sei convinto, non ti fossilizzare su quello; concentrati sulla stesura del resto della storia.
Ti svelo un segreto: l’incipit è la porta d’ingresso del tuo libro, ma spesso si scrive alla fine!